27 ottobre 2009

Abbiam pescato un sogno

A cavalcioni
la punta della luna
abbiam pescato un sogno
dal cuore di vulcano
ed occhi gemme nere.

Siam pescator di stelle
accucciati caldi
nella fascia zodiacale
e insistiamo
e tutto viene
atto di forza
sognar-creare!

12 ottobre 2009

Orizzonte indiano


Roba vecchia accatastata. Che puzza d'umido e topo. Col machete a liberar il vecchio muro a secco, il pozzo e l'antico rosmarino. Rovi, erbacce, arbusti secchi... Via, tutto sopra il mucchio.

Un ottobre bello da ricordare, noi la domenica e una coperta vecchia sbracati al sole accanto casa, in t-shirt e piedi nudi. Al pc la mattina, a lavorar fra le nuvole della rete per l'orto nostro. Suoni e profumi di domenica, giorno di vita vera.

La sera, a sorpresa, due amici con una macchina stracolma di cose di casa. Le danno tutte via e ripartono per l'India. Meraviglia! Un brindisi al vino rosso e felicità. Qualcosa di vero dentro a 'sti giri di boa nel mar del tempo svenduto. Qualcosa per cui val la pena ammuchiar ancor più cose vecchie e marcie dietro casa.

E poi, al tramonto, con qualche zolfanello e il Bon Prix accartocciato, far pulito... Fuoco! Lingue arancioni alte e violente piegate dal vento a pulire tutto: giorni, fatiche, ansie. Una danza calda, scintillante. Io col forcone attorno a governarla. L'uliveto umido intorno il nostro salotto. E la luce del giorno sempre più giù a svestir pian piano stelle limpidissime. Noi abbracciati, lanciati nell'inglese, con un bicchier di vino sprofondiamo nei racconti di quella terra lontana: gente in giro ovunque, ai bordi delle strade, accanto ai templi, sulle spiagge, nelle foreste traboccanti. Immagini di sogni mezzo consci si agitano nel mio profondo, suoni del gamelan, profumi d'incenso. Una stoffa indosso, qualche piccolo soldo e basta, per viver lo spazio libero..

Poi mi sveglio e mi ritrovo ancora nel fiume sotterrane e più ascolto i piccoli discorsi della gente intorno, più mi rendo conto essere altrove ciò cui anelo. Anche in quelli bravi e da me stimati si annida la mediocrità. Spesso sento riemergere con forza il richiamo del selvatico, dell'andare, via, dove, chissà.. E perchè. Lo convoglio nell'inchiostro, per ora, finchè necessario. Tutto torna, sempre, puntuale, a ricordarci che il senso non è questo orrore routinario. Per lo meno, non per noi.

04 ottobre 2009

Neolitica matrice

Un masso litico e tondo alle radici possenti del calanco risveglia suoni arcaici, ombre danzanti nella notte primitiva e matrice dentro la mia testa...

La madre... anni di pulizia dalle incrostazioni forzose e luride. Lento ritorno alla consapevolezza.
Vagare a tentoni nel buio guidato dalle sensazioni, dalle intuizioni, da conoscenze ataviche racchiuse nelle circonvoluzioni perfette del nostro dna. Verso la luce piena. Nel flusso impetuoso
della vita in divenire. Fra le braccia muliebri della Grande Madre. Partecipi di un intero completante. Tutto torna...

Strano, davvero strano che poi tutto riconduca quì, a concetti così semplici e chiari. Ovvi, a pensarci col senno di poi...

Sono più emozionale, meno saggista... Disegno geroglifici mischiandoli e trovando nuovi significati alle immagini. Il viaggio fa sgorgare un fiume di vivo inchiostro a cui non posso sottrarmi e la routine, al contrario, mi rende muto, mi annienta, mi flatlinea______________________________

Gli alfanumerici verde schiribizzano acque calmo sporche del molo. Ci sono gemiti di gomene in tensione, un leggero sciabordar d'acqua sugli scafi e bit sonori di Space Station Soma.
C'è un sognatore scriba in attesa d'imbarco alla locanda del porto giù nella Ribera..