19 settembre 2008

S'attarda Estate


Piove. Piano, senza violenza. Una pioggia tardo estiva, di quando la femminilità esuberante dell'estate grassa e generosa inizia a cedere alle lusinghe di un riposo meritato. Beata lei!
Noi invece si inizia ad accelerare per tornare alle velocità normali del lavoro, del mondo reale intorno, dell'Inverno che già sussurra in lontananza.

E' fresco finalmente. Questo settembre ineditamente afoso mi aveva tolto il respiro e mandato fuori giri. L'aria si è ripulita coi temporali violenti dello scorso fine settimana. Fulmini ad illuminare a giorno la notte, scrosci e silenzi, poi ancora tuoni paursi. Ma queste pietre hanno secoli di storia e ci hanno protetti, noi e il nostro piccolo cinema "self tailored".
Poi ci sono state alcune giornate fantatiche di nuvole sode, compatte, ed alta pressione che spingeva greggi intere di queste nubi alte sopra di noi. Chissà dove andavano tutte poi..?

Corere nell'alba fresca incontro all'orizzonte sanguinante è una soddisfazione impagabile. Ad ogni falcata la luce che ti viene incontro, la natura che pian piano cambia i suoi attori sull'arcoscenico, i polmoni che si aprono nello spasimo della fatica. Il sudore grondante, i muscoli che ritrovano il loro sentiero attraverso l'erba alta dell'inedia. Spingere...avanti!

Piove ora. La pioggia ha riportato l'umido, ma pulito, fascinoso. Niente corse all'aperto, la terra è molle. Con l'autunno alle porte qui davvero si capisce il valore inestimabile di un tetto sopra la testa e di un guscio a motore per arrivare fino al supermercato, al lavoro, via se necessario...

04 settembre 2008

La Fantasia


Conservatorismo è il rifugio dallo spavento del crescere. Ed è altamente infettivo.
Crescere è un tuffo nel vuoto che toglie respiro, che si avvinghia veloce rendendoci legnosi e miopi.
Rivedere persone conosciute addietro, con cui si è condiviso esperienze, giorni e progetti. E trovarli conformati, allineati, morti dentro.

Restare sempre creativi... bambini, stupirsi, ricominciare. Credere nei propri sogni senza arretrare di un millimetro, mai! Questo l'unico antidoto che conosco, e funziona..

E' la fantasia che ci salva. Lei è vasta fresca energia. Sono i colori del mattino ogni giorno diverso ed ogni giorno una sfumatura d'umore differente. E' il perdersi ancora dentro una buca in riva al mare alla ricerca dell'acqua, è creare pinnacoli di sabbia intorno alle mura del proprio castello, è adornarlo di conchiglie e sassi colorati, ognuno generato da un pensiero di bambino che ancora non conosce la parola litogenesi.
La fantasia è saper generare un gioco da un mucchio di cianfrusaglie, immaginare un mondo dentro una stanza in disuso, vedere colori e forme là dove altri non posano nemmeno lo sguardo.
La fantasia è la trasformazione delle idee in oggetto, della trascendenza in immanenza, della volontà in creazione.

Non è facile. Chiede pulizia, lo sgombero puntuale di ogni certezza accumulata, la rinegoziazione continua delle proprie sicurezze d'adulto. Implica lo spazio vuoto al di là del proprio nucleo primordiale. Un oscillazione continua tra ordine e caos. Che consuma, sdrucisce...ma che poi, oltre il tunnel scuro e spaventevole, ci riconsegna alla fanciullezza del cuore e della mente.

C'è vento alla sera quassù. Giunge dalla massa d'acqua del mare quando il sole inizia a nascondersi dietro l'orizzonte. Risale la valle, prima piano, poi sempre più importante. Scuote le chiome degli olivi e porta suoni e profumi da chissà dove. Il vento è un monito costante contro la fossilizzazione. E' come la fantasia.

La fantasia non ha posa.
S'agita inquieta.
S'allarga, germoglia, genera fiori.