30 ottobre 2008

Spazio

..un attimo piano, attraverso la gente domenicale nel borgo, sulla pietra consunta del pavè centenario, con calma, un attimo, attraverso il cassero stretto della porta a nord..
Poi giù, all’improvviso, subito nella campagna.

Scorribande su strade bianche, puntellati sopra al pick up come su un motoscafo in mezzo al mare. I capelli al vento, i volti cubisticamente scomposti in sorrisi. Le buche, i dislivelli, le curve: i flutti da cui guardarci mentre quella matta là sotto, al volante, ci trasporta attraverso il sogno.

Respirare oltre, entrare nell’incontaminato abitato, salutare i luoghi col proprio nome come fossero amici. Entità toponomastiche che pian piano si sono affezionate a noi, si sono lasciate avvicinare e carezzare. E che ora ci strizzano l’occhio complici quando passiamo e, trasognati, ammicchiamo loro.

Spazio, vasto, armonico. Sconvolge l’impatto violento con la meraviglia, infetta, inesorabilmente, avvinghia come vitalbe... riempie gli occhi e il cuore oltre che i polmoni festanti. Spazio, attraversato in groppa al drago bianco rombante, liberi di estasiarci al suo passo. Spazio, ritornare al suo ritmo, come fosse cosa di sempre, all’improvviso...

Sentiamo che tutto resta indietro, come quando dal pontile ci si tuffa nel mare e a bracciate generose ci si allontana dalla riva affidandosi alla profondità blu degli abissi. Quella sensazione di nulla liquido attorno al corpo, di attracco solido che si allontana, di libertà sui tre assi dimensionali... ...lasciarsi andare nel selvatico fertile.

Attraccare qui e là, su qualche isolotto a percorrere antiche rovine, o nel mezzo del bosco, golosi, a far incetta di corbezzoli rossi, o ancora ospiti di gente perbene a darsi del tu, nei reami incantati di vigne ad assaporare vini e frutti nati dal rapporto carnale, d’amore con la terra. E sentirsi a casa, quella casa ancestrale datata milioni di lune fa.

E’ inutile, si può obiettare con cento sofismi e con mille altri ancora. Ma dopo che giù sotto, in valle, s’è messa la freccia e si è iniziati a salire, tutto cambia. E' la massa senza interruzioni del bello che fa la differenza. Distese ininterrotte di caos armonico generano quell'energia che vibra addosso attraverso la pelle. E si fonde insieme. Un solo dettaglio violento interromperebbe il flusso di comunicazione biochimica fra noi, esseri energetici, sassi, piante, bestie. E' conoscenza brutale, fisica, senza intermediazione. E subito lenisce, il corpo, la mente; pian piano pulisce, chiarifica e alla lunga cambia nel profondo e guarisce.

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